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Embodied cognition

Conoscenza come: 1. Processo attivo radicato nel corpo e nella struttura biologica dell'individuo, all'origine dell'esperienza soggettiva della realtà. 2. Prodotto di azioni percettivamente guidate, compiute nel mondo esterno (Varela et al., 1992). Le potenzialità sensoriali e motorie del corpo sono il mezzo attraverso cui è possibile raffigurarsi il mondo.

Pensare significa attivare una serie di meccanismi corporei che consentono di inibire, selezionare, immaginare, collegare, proiettare sul mondo le proprie ipotesi, le proprie intenzioni e i propri schemi interpretativi. Significa prevedere e anticipare le conseguenze dell'azione, comparando e confrontando i dati delle esperienze passate con le azioni in corso (l’atto possibile intenzionale o l'atto desiderato; Berthoz, 2011).

L’enazione rappresenta una naturale evoluzione della prospettiva fenomenologica. Il modello enattivo riconosce nel corpo l'elemento fondante del processo di trasformazione dei saperi in conoscenze (processo di significazione; Collot, 2012).

Il paradigma della semplessità di Alain Berthoz offre nuove chiavi interpretative della relazione tra corpo e cognizione.

Differenziazione. Uso simultaneo o consecutivo di codici comunicativi differenti allo scopo di ampliare il significato di un concetto o sottolineare alcuni aspetti simbolici. Coniugazione armonica di funzioni diverse in direzione di un risultato formativo comune.

Modularità. Azioni corporee come i gesti, operano separatamente o agiscono mantenendo distinti i significati che costruiscono dinamicamente. La conoscenza delle caratteristiche e delle potenzialità del corpo esige lo svolgimento di esperienze formative immersive che attribuiscano senso al movimento nell'azione didattica.

Anticipazione. La mimica e il gesto anticipano la parola. Si tratta di una comunicazione rapida, potente ed efficace, che conferma o contesta le intenzioni, di cui si ha piena consapevolezza successivamente, in ragione degli effetti della comunicazione.

Affidabilità. Nella costruzione di significati, il corpo integra sintonicamente forme comunicative differenti. Questa proprietà esprime la capacità di favorire sul piano didattico la co-azione di più linguaggi (co-esistenza funzionale).

Flessibilità. Capacità dell'insegnamento di adattarsi al cambiamento, in funzione di chi apprende, delle sue caratteristiche, del contesto e della tipologia di apprendimento atteso. Questo può tradursi nella scelta di modalità centrate sul movimento, sul gesto e sulla mimica (forme vicarianti dell'insegnamento) che possono essere alternative o complementari ad altre modalità didattiche adattive rispondenti ai significati che corpo e movimento assumono per chi apprende. Feedback facciale (Iacoboni, 2008).

Memoria. In ambito didattico, il corpo in movimento consente la fruizione e il potenziamento dei meccanismi mnestici, in modo originale. È in grado di fornire nuove sfumature semantiche ai codici verbali e scritti, arricchendo le strutture concettuali e conferendo una dimensione corporeamente dinamica all'insegnamento.

Generalizzazione. Il movimento, in particolare il gesto, rappresenta una forma comunicativa efficace e largamente generalizzabile, in grado di contribuire in forma determinante alla costruzione di significati. Attraverso il movimento, chi apprende può esprimere la propria intenzionalità, mettendo a fuoco soltanto gli elementi della realtà conoscitiva che gli appaiono significativi.


































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